Obiettivo della community
Le difficoltà della fase storica che stiamo attraversando, e la sua eccezionalità, ci obbligano a "semplificare" l'agenda delle priorità politiche, accostando e integrando aspetti procedurali (ad esempio la necessità di introdurre misure straordinarie capaci di garantire un efficace utilizzo dei molteplici fondi europei) con un nuovo quadro normativo per l'edilizia, che sia strumento abilitante le nuove sfide del contenimento del consumo di suolo, della rigenerazione urbana e della rottamazione del patrimonio edilizio "esausto". La definizione delle priorità d'intervento dell'azione pubblica, ai diversi livelli decisionali, non dovrebbe svilupparsi in un processo di selezione/esclusione tra le diverse componenti che articolano il complesso tema del governo del territorio; dovrebbe invece mettere a fuoco i meccanismi di interazione tra la dimensione edilizia e quella urbanistica, senza che prevalga l'aspetto procedurale sul contenuto della norma. L'operatività di questa scelta di campo, volta a confrontarsi con la complessità della materia, si fonda: sul confronto attivo tra le componenti che rappresentano le diverse identità dei "costruttori della città pubblica", siano essi soggetti pubblici o privati; sulla capacità di ascolto multilivello e multiscopo nella definizione delle priorità e dei criteri sui quali appoggiare le linee d'azione e le procedure per la rinascita delle città; sulla ricerca di una riforma organica, finalizzata alla razionalizzazione e innovazione dell'intera disciplina delle costruzioni e delle trasformazioni urbane e territoriali, che prevalga sulla modalità "emergenziale" utilizzata spesso nel corso degli ultimi anni.